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      Domina il centro dell'istmo, fra il lago ed il mare, un monticello che si ritiene essere l'isola che gli antichi scrittori affermano sorgesse in mezzo al porto con un tempio di Venere, al quale ora fu sostituita la tomba d'un marabutto. Altri laghi, o meglio stagni, si prolungano da nord a sud, separati dal Mediterraneo dal ciglione litorale. Nondimeno Bengazi è meno insalubre della maggior parte delle città della costa, grazie alla brezza che assorbe i miasmi di quei putridi serbatoi d'acqua. Nelle abitazioni però formicolano gli insetti: Bengazi è passata in proverbio col nome di «regno delle mosche».
      Mescolatissima è la popolazione di Bengazi, la quale, come metropoli del Barca, è in continue relazioni con le oasi del deserto per mezzo delle carovane che, poco tempo fa, traevano seco ciurme di schiavi. L'elemento negriero ha fra quei discendenti di Berberi e di Arabi una forte parte; sono pure numerosi gli ebrei, noti per la loro bellezza. Ivi stabiliti fino da un tempo anteriore alle stesse loro tradizioni, essi probabilmente discendono dagli ebrei emigrati a Berenice, al tempo de' Tolomei, e retti con costituzione propria e propri arconti divennero tanto possenti da insorgere contro i Greci e farne macello. Gli emigrati della Mauritania formano pure una parte considerevole della popolazione di Bengazi, dacchè l'ordine religioso degli Snusi tiene nella loro patria l'impero dell'anima e, per mezzo dei capi tribù e di ufficiali turchi, coi quali è d'accordo, anche quello del corpo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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