Inoltre va d'anno in anno crescendo la colonia europea, che pare sia di 1,000 persone su 15,000 abitanti composta nella maggior parte di Maltesi, Italiani e Greci.
      Bengazi non è più un agglomeramento di casupole di terra e di stuoie quale videro i pochi viaggiatori europei in principio del secolo; ora ha solide case di pietra di uno o due piani, un faro, edifici religiosi, moschee, sinagoghe, chiese. Non resta neppure un monumento del passato, tranne poche pietre indicanti ruderi di moli e di bastioni. Nondimeno si trovano nel suolo preziose scolture, vasi, iscrizioni, medaglie, ed il Louvre n'ebbe buona parte, grazie agli scavi di Vattier di Bourville. Il porto, da duemila anni a questa parte, ha molto perduto in estensione, profondità e sicurezza e, nonostante alcuni lavori recentemente eseguiti, le navi d'una immersione maggiore di due metri e mezzo devono ancorare al largo: nell'inverno poi non vi si vede più alcun legno. Nondimeno il commercio di quella città va aumentando specialmente con la Francia. Bengazi importa cotone, zucchero, vino, legname; esporta, non più in quantità come un tempo, avorio, oro, piume di struzzo, ma come un tempo bestiame e cereali di Malta, lane, burro, pelli, sale raccolto ne' laghi vicini, spugne pescate nelle bassure delle coste della Cirenaica(52). La maggior parte è ora raccolta da marinai italiani e greci per mezzo di scafandri; non manca però chi per afferrarle si getta nudo nell'onde(53).
     
      N. 4. - BENGAZI.
     
     
      La campagna di Bengazi è per buon tratto assai fertile, specie verso le coste settentrionali che si curvano verso Tocra; ma il suolo è troppo vasto per poterlo coltivare tutto.