Ciascuno si sceglie un campo, e chi semina raccoglie. L'unico boschetto di palme che si trovi sulle coste della Cirenaica, ad ovest di Derna, occupa una parte della penisola a nord di quella città; alcuni giardini poi circondano i laghi: questi e quello convenne però coltivare con un metodo speciale per averne una buona raccolta di frutta e di legumi. Si levano le zolle superficiali del suolo, si stendono stuoie sul fondo e si riempiono le fosse di terra mista con letame: le stuoie, dicono, vietano alle materie saline di risalire sino alla terra vegetale ed al sugo del letame di discendere. I giardinieri traggono pure profitto del fondo d'antiche cave e di vani naturali che si trovano ad est della città: non altrimenti, a quanto dice Scillace e a quanto si usa ancora intorno a Siracusa, si faceva per i «Giardini delle Esperidi». Alcuni di questi baratri sono pieni di acqua o temporariamente in causa di pioggie, o perennemente per filtrazione delle sorgenti. Otto chilometri ad est, un ruscello sotterraneo cade in una profonda galleria la quale si può raggiungere per mezzo d'un pozzo e seguir poi alcun tratto. Questo corso d'acqua misterioso è il Lathon, o Lete, il «fiume dell'Oblio» che si vede un istante, e poi subito sparisce. Un filo di quell'acqua nascosta spiccia da una fessura della roccia per scendere nel lago che bagna ad est Bengazi(54). Questo stagno palustre è egli pure famoso nella storia de' miti: secondo Pindaro, Strabone, Lucano ed altri autori ignoti(55) della «Tavola di Peutinger» è un lago Triton o Tritonis, come quello che si trova a occidente delle Sirti.