Rare sono le gazzelle, tranne forse nell'oasi di Erbehna a sud-ovest del gruppo; abbondano i piccoli rosicchianti e certe specie di lucertole, di ragni e di formiche; mancano affatto, come nelle oasi di Augila, le lumache(66).
Il nome di Cufra, derivato da Cafir, significa «paese degli Infedeli», nome che il gruppo delle oasi non meritò più dalla metà del secolo decimottavo, in cui i Tibbu pagani furono messi in bando dai Zuiya maomettani, che giunsero la maggior parte da Leccherreh, conservando però relazione con i compatrioti di Augila. I Tibbu che vi si trovano al presente, sono soltanto tollerati, e forse non c'è una sola casa dove vivano separati, se ciò non avviene nell'oasi meridionale. Nondimeno numerose costruzioni ricordano il soggiorno di quegli antichi abitanti, e quello pure dei Garamanti, loro antennati o predecessori. Selci tagliate ricordano in questa parte della Libia un periodo preistorico analogo a quello dell'Europa. Sulla cresta del Giebel Buseima, un antico villaggio è così bene conservato che basterebbe stendere un tetto di palme sopra il muro circolare delle capanne, perchè fossero nuovamente abitabili. Le postierle, le mura di difesa ed il riparo esteriore, sono quali l'architetto li fece costruire. Sull'alto scoglio, in mezzo al lago di Buseima, sorge una città dello stesso genere, che fu già abitata antichi possessori di quel paese. Vi sono ancora antichi cimiteri che i Maomettani lasciano profanare perchè gli scheletri assisi ch'ivi si trovano, sono di riprovati cafir.
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