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      Gli Arabi Zuiya, che divennero padroni di Cufra per diritto di conquista, non appena ricevuta l'istruzione dalla confraternita degli Snusi, si vantano per i più fedeli seguaci del Profeta. Uno sceicco zuiya comparirà innanzi alla sua tribù sempre a cavallo, con un ombrello da sole, un falcone dietro alla schiena sopra un cuscino, armato d'un fucile a pietra con baionetta arrugginita e traendosi dietro un levriere. Gli Zuiya lasciano ai Tibbu disprezzati dei villaggi meridionali, l'uso delle armi primitive, quali lo cangermanger, stretta clava di ferro pesante acciaiato che turbina nell'aria prima di raggiungere la mira.
      L'arcipelago di Cufra è composto di cinque oasi principali. A nord-ovest sta Taiserbo, la cui antica capitale, Girangedi, già sede dei sultani Tibbu, è ancora dominata dagli avanzi d'un castello costrutto con massi di sale. Il nome di Cufra, che ora è comune a tutte le oasi, pare che da prima fosse riserbato alla sola Taiserbo, ma che poi il predominio politico di questa l'abbia fatto estendere anche a tutte le altre, sebbene in media distanti l'una dall'altra 100 chilometri. A nord-est, Sirhen è quasi disabitata e gli Zuiya non vi piantarono nemmeno datteri, sebbene i palmeti vi crescerebbero facilmente. Quest'oasi è però importante come sosta delle carovane, per l'eccellente pascolo che vi trovano i cammelli. Buseima, nel centro dell'arcipelago, è ragguardevole per il lago e le colline che la circondano, a nord Giebel Buseima, a nord-est Giebel Sirhen, a sud Giebel Nari; quest'ultima svolge, con diversi nomi, la cresta da est ad ovest per circa 200 chilometri.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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