Per l'uno e l'altro capo di questa linea, il vantaggio è immenso per numero di abitanti, abbondanza di prodotti e attività commerciale. D'altra parte, non si tratta, a sud dell'Algeria, che di continuare le linee già aperte o concesse fino ad una latitudine più meridionale di Tripoli.
Le montagne della Tripolitania cominciano ad oriente, in una regione del deserto inesplorata, con una catena d'origine vulcanica, l'Harugj el-Asuad o Arugj Nero, così chiamato dalle sue lave, la cui direzione media è da sud-est a nord-ovest. Finora solo il viaggiatore Hornemann ha superato, già da un secolo, questa catena nella parte orientale: i viaggiatori più recenti hanno visto quelle montagne solo da lungi o ne udirono le descrizioni degli indigeni. L'Harugj Nero, che ha pure molte scorie rossastre più leggere che le lave nere, è composto di piccole catene basse, e di cime isolate ripidissime, solcate di fenditure profonde e di crepacci. Questi monti scoscesi, alti in media 200 metri sopra l'altipiano su cui sorgono, il quale è pure 600 metri sopra il livello del mare, sono forse i vulcani che in altri tempi ardevano sulle rive del Mediterraneo e dei laghi estesi al lor piede, ma gli strati di arenarie e di calcari che le lave hanno emesso per i crepacci d'eruzione, formano pure una parte considerevole del sistema(71). A sud dell'Harugj Nero si prolunga in lontananza un hamada calcare, un altipiano che finisce a nord-est della depressione di Murzuk con alcune coste scoscese e colline chiamate «Harugj Bianco», Harugj el-Abiad; gli Arabi dicono trovarsi ivi interi scheletri di animali marini(72).
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