Dalla parte di sud, il suolo si abbassa con una successione di scaglioni e di ripide coste interrotte da profondi burroni. La ricca sorgente di Hassi ed altre fontane, nascenti a 230 metri di sotto dell'altipiano, indicano il limite del deserto settentrionale. A sud comincia la regione delle oasi abitate da razze «etiopiche». Ciascuno si chiede con istupore in qual modo eserciti romani, che non avevano cammelli come le carovane, abbiano potuto attraversare la hamada Rossa, secondo attestano gli antichi autori ed è provato dalle tombe riccamente scolpite che sorgono di tratto in tratto lunghesso la via, in ispecial modo sui rialzi e sulle coste dominanti da lungi il piano. Alcuni di quei funebri monumenti, i sanem degli Arabi, sono edicole di stile elegantissimo e mostrano che gli architetti e gli scultori di quelle remote regioni non eran punto inferiori a quelli della madre patria. Primi fra i viaggiatori moderni, Barth, Overweg, Richardson, esplorarono il passaggio diretto per la hamada. Altri viaggiatori europei avevano seguìto il cammino più orientale che traversa la catena della Montagna Nera. Può nascere il dubbio che quella regione duemila anni fa(77) non fosse arida com'è ora; in tal caso, si spiegherebbe come riuscisse relativamente facile la percorrenza della strada occidentale, praeter caput saxi, sopra il dorso della roccia(78).
A nord-est, l'altipiano Rosso, solcato dagli uadi, si frange in istretti promontori frastagliati da capi secondarî. Alcuni di questi frammenti del gran masso roccioso furono del tutto separati dalla hamada e formano così dei piccoli anelli distinti, racchiusi da ogni parte dagli uadi.
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