Ad est e ad ovest della regione ineguale che finisce al capo Misrata, angolo di separazione fra la Grande Sirte e la costa di Choms, una gran parte del litorale è occupata da sebca, che sono depressioni a fondo piatto nelle quali si arrestano le acque degli uadi. Talvolta anche le acque del mare penetrano in codeste cavità per sotto il cordone litorale o per canali momentaneamente aperti durante le tempeste; ma la maggior parte dei sebca non sono gran parte dell'anno che naturali saline e rive fangose, sulle quali crescono le salsolee, circondano gli strati di sale che tengono il centro della cavità. La più lunga di codeste sebca del litorale comincia al capo Misrata e si prolunga a sud-est e ad est parallela alla riva della Sirte dalla quale è separata da una fila di dune. Nella sebca di Tauaga vanno durante la stagione delle pioggie a riversarsi gli uadi dell'interno; questo stagno, già in comunicazione col mare, era navigabile, come risulta dagli avanzi d'un canale, quello della «Romana»(84). In alcuni luoghi, i contorni delle sebca, come quelli dei terreni coltivati e delle oasi, sono modificati dalla sabbia delle spiaggie che, spinta dal vento marino, a qualche distanza nell'interno, forma file di dune una appresso dell'altra. Tali sono le sabbie che circondano la foresta di palme a Tripoli e che i viaggiatori spesso dicono appartenere già «al gran deserto», che pertanto si trova a centinaia di chilometri oltre il Giebel Ghurian. Sulle rive della Grande Sirte e della Tripolitania occidentale, le maree sono poco considerevoli.
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