Parecchi viaggiatori, Della Cella, Pezant, perfino il marinaio Beechey, hanno affermato non esservene. Nel tempo delle sizigie, il flusso s'innalza circa 60 centimetri, ma talora, quando l'acqua è sollevata dalla violenza de' venti di nord, essa discende a un metro e mezzo(85). È difficile farsi un'idea della forza prodigiosa esercitata dalle onde sulla spiaggia della Grande Sirte, tanto temuta dai marinai d'ogni tempo che ritenevano esercitasse una funesta attrazione sui navigli. Secondo Sallustio, il nome stesso di Sirte indicherebbe precisamente codesto effetto delle onde, e forse era per i Greci il genio de' turbini e delle tempeste, la terribile Lamia, mostro divoratore che essi dicevano abitare una caverna in riva della Sirte. A Zafran, presso l'antica Medinet es-Sultan, il litorale è come coronato di enormi massi, innalzati ed ammucchiati dai flutti, a guisa di spezza-onde. A prima vista si crederebbe scorgere gli avanzi di promontorî giganteschi, ma il lungo svolgersi di codesto ammasso di pietre indica l'opera della natura(86), la gittata naturale servì di punto d'appoggio ad un molo artificiale riparante il porto di Zafran(87). La costa tripolitana è tra quelle in cui si credette di avere osservato un lento abbassamento del suolo e un innalzamento del mare. Questo movimento, nell'ultimo mezzo secolo, sarebbe stato a Tripoli di circa un centimetro l'anno. Così il Mediterraneo tenterebbe di riconquistare i suoi antichi golfi rimasti asciutti, posti ora al disotto del suo livello(88).
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