Le donne sono, come in tutti i popoli dell'Africa settentrionale, piccolissime in confronto degli uomini. La differenza di statura fra i due sessi è ivi molto maggiore che in Europa(99).
I Berberi della Tripolitania propriamente detta, che sembrano avere maggiormente conservato il carattere primitivo, sono gli abitanti delle montagne di Ghurian e di Yefren. Sono pure quelli che più difesero la loro indipendenza. Tutte le insurrezioni hanno principio nel Giebel Yefren. Ivi si ricordano sempre con orgoglio le geste degli antenati, specialmente quelle dell'ultimo eroe Rhuma, che per anni ed anni guerreggiò i Turchi. Quegli abitanti sono i «Cabili» della Tripolitania per energia militare, amore del lavoro, cura dei campi e dei boschetti, intelligenza e vivacità naturale, e fanno singolar contrasto con l'ignavia dei popoli delle pianure. A nord-est del Giebel Yefren, il Giebel Nefusa è pure abitato da tribù berbere, alcune delle quali parlano ancora un dialetto molto somigliante a quello dei Tuareg, ma è probabile che la maggior parte degli indigeni siano i discendenti di quei Luata o Liuâta, gli antichi Libu o Libi(100), che furono i padroni del paese prima degli Arabi, come quelli venuti dall'Oriente per giungere con un viaggio di più secoli alle regioni dell'Occidente(101). Le ragazze del Giebel Nefusa hanno, come quelle degli Aulad Nail, l'abitudine di emigrare nelle oasi e nelle città dei dintorni per farsi la dote mediante la prostituzione. Un Nefesi, un Berbero del Giebel Nefusa, era Tarik, il conquistatore della Spagna: forse apparteneva ad una di quelle tribù che, mescolate con le popolazioni cristiane, professavano il giudaismo.
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