Ad ovest di Tripoli, verso le frontiere della Tunisia, le principali tribù sono quelle degli Uerscefana, dei Ben-Agiela e dei Nuail. Poco fa si azzuffavano di frequente sulla via che separa i due Stati, e ne' diversi scontri, chi riusciva vincitore trapiantava le tende sul territorio dell'altro. Sebbene la scrittura dei Berberi della Tripolitania sia andata perduta, pure il nome della maggior parte di quelle genti è impresso sulla sabbia o sulle pareti delle roccie a tratti o segni complicati, in cui sono raffigurati nomi abbreviati, o ghirigori simbolici, come i totem indiani dell'America del Nord(108).
      Così avviene di intere tribù d'Arabi pubblicamente venerati, non per purezza di costumi o per altro merito qualsiasi, ma per la pretesa santità della loro origine. Tali tribù sono composte di «corfà», cioè di discendenti del Profeta, ma è raro il caso che la genealogia sia autentica, giacchè basta che una donna abbia sposato uno sceriffo perchè il nome rispettato passi a' suoi figli ed ai figli dei suoi figli, ancorchè ella fosse stata ripudiata dal marito subito dopo le nozze(109). Le famiglie «marabutiche» della Tripolitania, come i Corfà, sostengono essere venute dall'Occidente. Certo è che un gran numero di tribù arabe si avanzarono sino all'Oceano Atlantico ne' primi tempi della conquista. Dopo d'allora, avvenne un movimento di riflusso e le tribù ritenute più nobili sono quelle che nelle loro migrazioni fecero due volte, in senso inverso, il viaggio della Mauritania. Esse sono rispettate più che se fossero appena giunte dalle città sante dell'Arabia.