D'altra parte, questo movimento di ritorno è ora più forte che mai. Migliaia e migliaia di Corfà d'Algeria immigrarono in Tripolitania con donne, fanciulli e bestiami per sottrarsi al giogo degli infedeli. Emigrati dall'Algeria sono pure i Chuàn, dell'ordine religioso de' Snusi, divenuti sì numerosi nelle oasi di Tripoli. Occupata la Tunisia dall'esercito francese, parecchie tribù non sottomesse si rifugiarono nelle pianure di Giefâra, ad ovest di Tripoli.
Dopo il berbero e l'arabo, l'elemento maggiore nella popolazione tripolitana è il negro. Migliaia di quelli che si dicono arabi o anche chorfà, per tinta di pelle e di capigliatura sono veramente neri, solo le forme loro lasciano scorgere il miscuglio co' bianchi semiti. Fra Tripoli e l'interno del continente africano, il commercio è si frequente e regolare che la presenza di numerosi negrieri sul littorale non ha nulla di straordinario; però la maggior parte della gente che ora abita la Tripolitania ivi fu condotta per forza. Poco fa, tutte le carovane che ivi giungevano dal Sudan, recavano una ciurma di schiavi. A centinaia di
TIPI DELLA TRIPOLITANIA. – NEGRO E NEGRA DEL SUDAN; SCHIAVO SCILLUC.
Disegno di Pranishnikoff, da fotografie di Neurdein, Lagraine e R. Büchta.
[vedi figura 073.png]
migliaia si possono ritenere i negri importati in tal guisa a Tripoli, sia per rimanere in paese, o per essere trasportati in Egitto o in Turchia. A' nostri giorni, il commercio degli schiavi non si fa più apertamente nella capitale del vilayet, ma non è però del tutto cessato.
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