Sembra che le negriere resistano meglio che i mariti ai rigori del clima; molte anche giungono a tarda età(110).
      I Turchi, che dal 1835 non solamente hanno la sovranità, ma anche il potere effettivo, sono in minoranza nella stessa capitale. Nondimeno, presso la maggior parte dei Tarabulsié, la lingua turca divenne d'uso ordinario; così l'influenza preponderante dell'amministrazione fece prevalere sull'araba la lingua ufficiale. I Turchi sono però ancora stranieri e si tengono in disparte degli altri abitanti. Anche il rito li differenzia un poco, giacchè essi sono malechiti in mezzo a genti anefite. Inoltre, studiano di seguire le mode di Costantinopoli e coll'affettar dignità, cercano di distinguersi dalla folla, cui, come giudici e protettori, vendono la giustizia e la protezione. Con tutti i loro studî di apparire nobili, si avviliscono poi da loro stessi con l'abbandonarsi all'ubbriachezza. È raro che un Turco di Tripoli sieda a mensa con la testa libera dai vapori del raki. Migliori sono i Culugli, cioè i discendenti di Turchi e di Moreschi o d'altre donne, nere o bianche, prese nel paese. Non pagano imposte, ma, alla prima richiesta, devono servire come soldati irregolari.
      Dacchè numerose famiglie algerine, per fuggire il dominio francese, si stabilirono nella Tripolitania, i Turchi scelgono ordinariamente in moglie le figliuole di questi immigrati, le quali si segnano in generale tra gli altri abitanti di Tripoli per probità, sobrietà e purezza di costumi. Inoltre molte ragazze sono belle di forme ed incantevoli d'aspetto, ed in ciò fanno singolare contrasto con le Tarabulsìe o Moresche di Tripoli, d'altra parte di sì cattiva fama, che il menarne una in moglie è quasi ascritto a disonore.