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      I Tibbu tentarono invano di riaverla, sebbene la tribù conquistatrice abbia a sua volta ceduto il posto ai Choms dell'ordine degli Snusi che erano in possesso di Wau quando vi ebbe a passare Beurmann. Ivi gli Snusi sono tutti celibi, nè alcuna donna ha il diritto di abitare in quell'oasi. Beurmann udì esservi verso ovest, a tre giorni di distanza, un'altra oasi chiamata Wau es-Serir, la «piccola Wau» o Wau-Namus, la «Wau delle zanzare»; ma nessuno ivi potè indicargli la via. Il solo che l'aveva vista, era morto poco prima assai vecchio(144). Detta oasi fu poi ritrovata nel 1876 dall'arabo Mohammed Tarhoni, con l'aiuto d'alcuni esploratori volontarî di Zella. Non è abitata come la Wau grande, ma numerosi cocci di stoviglie e l'essere ai boschi di palme stata tolta la prunaglia, mostra esservi stata poco fa qualche popolazione, probabilmente di Tibbu. La flora della Wau delle Zanzare è composta oltre che di palme, d'acacie, di tamarindi e di altri arbusti più piccoli(145). Nelle roccie si trova «zolfo d'un bel color giallo». Nel mezzo di Wau c'è un lago con isterminato numero d'insetti, dai quali ebbe l'oasi il suo nome. Quelli che già l'abitarono, vivevano sopra una altissima montagna sopra il lago e le nubi di zanzare(146). Secondo la tradizione a sud-est vi sarebbe un'altra oasi, Wau Harir, valle ricca di vegetazione, di gran numero d'animali, mufioni, gazzelle e antilopi, che non temendo ancora dell'uomo, si lasciano avvicinare e colpire. Cammelli ridivenuti selvaggi vivrebbero all'ombra delle palme sulle rive dei «ruscelli» di quell'oasi misteriosa.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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