Fu osservato che quasi tutti gli abitanti del Fezzan hanno i denti cariati e si vuole ciò avvenga per il troppo uso di datteri, i quali d'altra parte sono inferiori a quelli d'Egitto e del Suf algerino, ma di gran lunga migliori di quelli del litorale tripolitano.
La mancanza di pascoli fa sì che nelle oasi non vengano allevati molti animali domestici, che non superano in quantità i selvaggi, pochi ancor essi per la scarsezza d'erba e d'acqua, e piccolissimi. Il «leone del deserto» non gira per le solitudini del Fezzan; non si incontrano pantere, nè iene, nè lo sciacallo guaiola vicino ai villaggi ed agli accampamenti. Solo la volpe, dalle enormi orecchie sempre in moto, spia traverso i casolari e le tende. Le gazzelle e le antilopi, che Lyon descrive col nome di «bufali»(152), devono essere assai rare, giacchè in nessun luogo questa selvaggina si vede sul mercato. Tranne che nell'estate, in cui schiere di palombe e di oche vi arrivano da contrade più meridionali in cui passano l'estate, soli uccelli del Fezzan sono alcuni avoltoi, falchi di muraglia, rondini e i passeri, fedeli commensali dell'uomo.
Nei cortili non si vedono che polli e piccioni. Le pecore e le capre imbastardiscono; quelle poche che si mantengono nell'esser loro, hanno forte ossatura, collo teso, piccola testa, pelo fine. I buoi, introdotti dal nord, sono piccolissimi e resistono difficilmente al clima. Cavalli poi non si trovano che nelle stalle dei grandi personaggi ed è molto se sommano a cinquanta in tutto il Fezzan.
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