A nord-ovest sta la cittadella cinta di solide mura, gradatamente assottigliate verso la cima, alte 25 metri. Nel mezzo della città si trova il bazar, l'entrata del quale è formata da portici regolari. Ivi s'odono tutte le lingue dell'Africa settentrionale.
Il valore medio degli scambi che si fanno nel bazar, è stimato d'un milione e mezzo di lire.
Ad ovest della capital., sulla via di Rhat, il sol luogo che abbia un centro ove sia radunata gente, è l'oasi di Otba o di Tessaua, antica colonia dei negri di Aussa. Di là non si trova che pozzi, come quello di Caraba, presso il quale nel 1869 fu assassinata la signorina Tinné, la «Figlia del Re», come la chiamavano i Tuareg e gli Arabi per rispetto alle sue ricchezze. Ad est di Murzuc, Traghen è l'oasi centrale dell'Hofra, nella qual oasi sorge la decaduta città di egual nome, le cui mura non circondano ora che rovine fra le quali sono innalzate alcune capanne. Fuori delle mura a centinaia sorgono sotto le palme le capanne formate di rami. Traghen fu per secoli capitale del Fezzan e la residenza di re venuti dalla Nigrizia. Presso la città si mostrano ancora le loro tombe. Per mancanza di popolazione, i bellissimi palmeti di Traghen divennero una foresta quasi inutile. Della sola parte che a lui spetta sul prodotto dei datteri di costì, il Governo potrebbe trarre un profitto maggiore di tutta la rendita che gli dà il Fezzan, se un gran numero di palme non fossero morte per mancanza di irrigazione e le coltivate non servissero solo per fare il lacbi, che è un liquore prodotto dalla fermentazione del succo.
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