Le roccie che più resistono al morso del tempo sono quelle di gres ferruginoso. In parecchi luoghi sparvero gesso e calcari ed il suolo è coperto di massi duri e nerastri che danno sotto i passi un suono metallico: sono avanzi d'un antico rivestimento di gres(165).
Una muraglia di circa 6 chilometri in giro circonda l'oasi di Gadames, ma codesto antico riparo, già innalzato contro i predoni del deserto, non serve più ad alcuna difesa, giacchè larghe breccie sono aperte fra i giri di pietre ed in alcuni luoghi, particolarmente ad ovest, gli sono addossati ammassi di sabbia che il vento sparpaglia per le vie ed i giardini. La città, che è divisa in più quartieri, sorge a libeccio dell'oasi, dove sono i pozzi che forniscono acqua per gli abitanti e le coltivazioni. La fontana principale, «creatrice dell'oasi», riempie all'uscire dal suolo un vasto bacino di costruzione romana(166). Indicata ordinariamente come l'acqua per eccellenza co' nomi d'ain arabo e tit berbero, è in ispecial modo chiamata Ain el-Fers, «Sorgente della Giumenta», e Arscesiuf, il che corrisponde a «Sorgente del Coccodrillo» nella lingua temahaq del paese. L'acqua di codesta sorgente, leggermente termale, come quella che avendo una temperatura da 29 a 30°,15 oltrepassa di sette gradi la temperatura media di Gadames, nasce da una vena che è probabilmente a 140 metri di profondità, giacchè gli ingegneri che da moltissimo tempo dirigono i lavori de' pozzi artesiani, trovarono che in Algeria il calore aumenta di un grado ogni venti metri.
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