La discendenza degli schiavi negri forma l'intera classe degli Atriya, fra i quali è usitatissimo l'idioma dell'Haussa. Questi non godono interamente tutti i diritti civili. Molti Tuareg Azgiar stanno accampati sull'altipiano che sorge vicino alla città a sud-ovest delle mura. Sono i più fidi alleati degli abitanti di Gadames, de' quali proteggono il commercio. Il loro appoggio mantiene le relazioni tra l'oasi ed i bacini del Tzade e del Niger; in alcune oasi anche la città di Gadames è riconosciuta come parte della confederazione dei Tuareg. Un capo targui caduto in miseria è chiamato a Gadames e mantenuto a pubbliche spese; ogni Targui, sia libero o servo, vi riceve ospitalità durante tutto il soggiorno(173). Fra tutti codesti diversi elementi ha però maggiore influenza la civiltà araba, sebbene il popolo che parla la lingua di Maometto sia a Gadames in piccolissimo numero. I negozianti della città, poliglotti e conoscitori della lettura e scrittura, usano per la corrispondenza l'arabo e quindi ne risulta che all'idioma berbero si mescolano parole e frasi tolte dal Corano. Non restano affatto traccie dell'antico alfabeto berbero, nondimeno i negozianti del luogo hanno un sistema particolare di numerazione, da cinque in cinque unità, col quale conservano segreti i contratti con i mercanti delle altre città(174).
Il prodotto de' giardini di Gadames basterebbe appena un mese al mantenimento dei settemila abitanti. L'industria locale, che consiste nella concia del cuoio e nel fare scarpe e cinture da guerra, contribuisce pochissimo ad aumentare le rendite cittadine.
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