Fuori della città, il signor Duveyrier scoperse un'iscrizione romana del tempo d'Alessandro Severo. È questo un monumento di grande importanza storica, giacchè si può dire, con Leone Renier, che Cydamus, allora unita all'amministrazione di Lambessa, restò non meno di due secoli e mezzo in potere de' Romani, dopo che Cornelio Balbo ne fece, sotto Augusto, la conquista. Sull'altipiano che sorge a sud-ovest di Gadames, dove ordinariamente stanno accampati i Tuareg-Adziar son ritti informi pilastri dagli indigeni chiamati El-Esnamen, «gli Idoli»: secondo il signor Duveyrier codeste rovine sarebbero avanzi di monumenti garamantici, forse di tombe. S'estende in vicinanza su uno spazio di piu chilometri quadrati il cimitero di Gadames che, cresce di anno in anno. Le antiche tombe furono conservate sicchè si possono ancor leggere iscrizioni funerarie romane. Ne' dintorni si vedono qua e là alcuni avanzi di torri e di mura. A nord le rovine d'un villaggio, gli abitanti del quale fuggirono in Algeria in causa di dissensioni co' vicini, coronano la sommità del Tucut, che è un cono dolomitico interamente isolato.
L'oasi di Derdi, che è posta più di cento chilometri in linea retta ad est di Gadames, nello stesso bacino di scolo, doveva essere il centro commerciale del paese, se il traffico si fosse misurato dall'abbondanza d'acqua e di verdura. Derdi, cioè la «Scala», così chiamata perchè occupa il primo scaglione della Hamada Rossa, è circondata da giardini che contengono circa 300,000 palme, e producono datteri, altri frutti e legumi più del bisogno di quegli abitanti; perciò quei di Gadames si recano a far provvisioni a Derdi, non già come compratori, giacchè da tempo immemorabile si appropriarono più della metà delle piante dell'oasi.
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