Questa fu però lunghissima in Algeria, non solo in causa degli errori, delle incertezze e delle contraddizioni delle prime operazioni di guerra, ma più di tutto perchè il paese rimase lungamente aperto alle invasioni delle tribù meridionali. Anche dopo avvenuta la sottomissione, la regione del litorale non fu meno di prima minacciata dalle popolazioni delle montagne vicine e, quando le montagne furono occupate, dalle scorrerie degli abitanti dell'altipiano; fino a che le lunghe zone parallele, ond'è formato il territorio dell'Algeria, non furono completamente difese dalle città, dalle colonie agricole e dai posti fortificati, la nuova conquista, priva a mezzogiorno d'una solida frontiera, poteva improvvisamente essere assalita in mille punti. Altrimenti doveva avvenire per la Tunisia, bagnata com'è da due lati dal mare, confinante col terzo con una catena di posti fortificati, infine circoscritta a sud dal deserto e da lagune, il che la rendeva chiusa anticipatamente per acqua e per terra e stretta d'assedio come una cittadella. Inoltre la attraversava da est ovest una strada ferrata; se anche la differenza dell'armamento non fosse stata così grande, in alcun punto si poteva fare una resistenza prolungata. Del resto, la disfatta è inevitabile, quando da lungo tempo è prevista e quasi desiderata da coloro che dovrebbero combattere per evitarla, se di generazione in generazione non fossero abituati alla servitù.
II.
Della superficie del suolo tunisino, di cui non sono ancora fissati con precisione i confini dal lato della Tripolitania e dal lato dell'Algeria, non può essere data la misura che per approssimazione.
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