Di là ricominciano le alture: la penisola di Dachelat el-Mahuin, una vera isola rispetto alla struttura orografica, innalza alcune vette e le coste scoscese de' suoi promontori più di 300 metri. Il ras Fortas sta di fronte al capo Cartagine, dall'altro lato della costa di Tunisi propriamente detta, ed il ras Addar, o capo Bon, termina colle sue colline coperte di prunaglie l'entrata orientale del gran golfo, proprio all'estremità della penisola. L'entrata occidentale, distante 70 chilometri, è segnata dal ras el-Cair o «capo del Bene», generalmente chiamato ras Sidi-Ali el-Mecchi. La sua forma, eguale a quella dello scoglio di Gibilterra, richiama alla mente la posa di un leone accovacciato. I due promontori opposti, quello ad ovest, sacro un dì ad Apollo, e quello ad est, ove era un altare a Mercurio, hanno intorno a sè isole e scogli. Il capo occidentale si protende in mare con l'isola Plana o el-Camala. Vicino a questa è il Pilau, altro isolotto, così chiamato per la sua somiglianza al piatto di riso che si porta in tavola ai Turchi(208). Ad ovest di ras Addar s'elevano le due isole di Zembra e Zembretta (Simbolo e Simboletto), Giamur el-Chebir e Giamur es-Serir, le Aegimures degli antichi, ambedue non abitate. Gli scogli di Zembra, attraversati da scoscendimenti che si tuffano perpendicolarmente nel profondo del mare e spingono le loro cime ad un'altezza maggiore di 400 metri. Circa 40 chilometri ad est della costa tunisina sorge Pantellaria, altra isola montagnosa di formazione vulcanica, che a giudicare dalla disposizione delle fosse nel letto sottomarino, appartiene all'Europa.
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