Ma alla confluenza dell'ued Zerga, la Megierda va a battere contro scogli che non potè rompere; si getta quindi bruscamente a sud fino all'incontro con l'ued Siliana, dove trova una breccia favorevole per riprendere il corso verso nord-est. Oltrepassa poi l'ultimo valico di scogli poi, entrando nel piano, la diga di Teburba, costruita nel 1622 da ingegneri olandesi. Delle ventiquattro aperture dell'argine, sette sono ora chiuse, e la larghezza del fiume è ridotta a 80 metri; sarebbe però facile riaprirle per la irrigazione. Secondo i calcoli del signor Caillat, successive inondazioni nella stagione d'inverno avrebbero aumentata dieci volte la raccolta. La piena di ottobre è la più importante e dovrebbe essere messa a profitto con maggior cura, giacchè farebbe ingrossare le olive e preparerebbe le terre coltivabili per i primi lavori(213).
N. 25. – GOLE DELLA MEGIERDA MEDIA.
MEGIERDA A SLUGIA, SOPRA DI MEGIEZ EL-BAB.
Disegno di A. Slom, da uno schizzo di Ch. Tissot. [vedi figura 161.png]
Più in giù della barriera la Megierda, lasciato a destra il Giebel Ahmor, entra nel piano di alluvione cui essa formò col fango che rende gialle le sue acque. Essa non sbocca direttamente in mare, ma entra nell'el-Bahira o Ghar el-Melah, stagno poco profondo che comunica col mare per mezzo d'un piccolo canale in cui non entrano che barche da pesca. Codesto estuario, che nel secolo decimosettimo era il più bel porto della Barberia, fu grado grado colmato dai sedimenti, che non cessano d'impiccolirlo, giacchè negli ultimi cento anni, la sua profondità è diminuita di dieci metri, in guisa che un uomo di media statura vi tocca dovunque il fondo.
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