Il lago omonimo, che il signor Rouire identifica col lago Chelbia, non è forse quel misterioso bacino che diversi scrittori fanno, per così dire, girare per tutte le rive meridionali del Mediterraneo, giacchè Strabone lo pone a Berenice, ad oriente della Grande Sirte, e Diodoro lo cerca nelle vicinanze dell'«Oceano che circonda la Terra»? Senza dubbio sarebbe vano voler mettere d'accordo quanto dissero gli antichi scrittori sul fiume ed il lago Tritone; del resto, non c'è un sol fiume che corrisponda colla topografia attuale, giacchè tutte le supposizioni sono contraddette da qualche passo d'autore. Certamente sono avvenuti considerevoli cangiamenti nella geografia fisica di codesto paese, i quali mutarono o fecero sparire qualche particolarità invano cercata dai commentatori. Basti il dire che l'ipotesi del signor Rouire sull'identità del fiume Tritone, poco accettabile sotto altri aspetti, s'accorda col testo di Tolomeo ad ammettere che questo corso d'acqua nasce nei burroni del monte Ussalet, che è l'Ussaleton del geografo alessandrino. Inoltre l'ued di Bagla è il solo di tutta la costa orientale della Tunisia che, partendo molto lungi nell'interno del paese, continui con un letto apparente, se non fino alla Piccola Sirte, almeno, secondo il signor Rouire, sino ad una Piccola Sirte, cui talora apporta una discreta quantità d'acqua. Il lago Chelbia poi ha una circonferenza quasi esatta di mille stadi o 185 chilometri che Scillace attribuiva al lago Tritone. Ma questa circonferenza del lago può sembrare troppo grande, se è vero, come narra Erodoto, che le vergini di Libia, dopo aver sostenuto una lotta in onore di Atena «portavano la vincitrice intorno la palude»(219). Il grido prolungato delle donne alla festa della dea, non era altro che il zagrit, tuluil o iù-iù, che a' dì nostri i Libi di tutte le tribù ripetono in occasione di feste, di nozze, di funerali, di spedizioni guerresche, percuotendosi le labbra per far uscire il suono(220).