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      Stretta da principio, la sebca, conosciuta ad oriente col nome di sciott el-Fegiegi, si allarga grado grado verso ovest, poi di là da un promontorio della riva meridionale, lunga roccia continuata da dune, il bacino, che in questo luogo è chiamato sciott Faraun, diviene d'improvviso tre volte più largo e forma il sciott el-Gierid o sciott «delle Palme». All'estremità occidentale, altri nomi indicano il gran piano lacustre. Esso è lungo da est ad ovest non meno di 200 chilometri e largo 75 da nord a sud fra le due rive più distanti. Dicono i rivieraschi che non rimane acqua permanente che nella parte centrale dello sciott el-Gierid, ma questa non si vede, giacchè è ricoperta da una crosta salina che fece dagli autori arabi paragonare il lago ad una foglia d'argento, ad uno specchio di cristallo, ad un letto di canfora(228), sulla qual crosta i passi risuonano come sulle pietre d'una vôlta. Tengono d'ordinario le parti più basse della depressione lacustre, oltre l'acqua profonda del lago propriamente detto, la quale resta nascosta sotto le lastre saline, acque superficiali, che, secondo la direzione del vento, si rimuovono ora da un lato, ora dall'altro, talora abbastanza profonde per salire fino al petto dei cavalli che traversano la sebca. Quando codeste masse liquide sono spinte sulla crosta salina sopra le acque nascoste, disciolgono in parte la crosta intermedia e ne avvengono cangiamenti nella superficie dei sciott. Ne consegue che la lastra di sale, spinta dall'acqua profonda, gonfiata dai gas che vi si producono, si solleva in forma di cono come se un vulcano sotto-lacustre si fosse aperto nelle profondità. Quindi sorgono colline che da lungi sembrano, per effetto di miraggio, vere colline, col qual nome sono anzi chiamate dai rivieraschi.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





Faraun Palme