I più importanti, non per lunghezza di corso, ma per quantità di acqua, sono l'ued Acarit, l'ued Melah, l'ued Gabes. L'ultimo non ha più di dieci chilometri di corso, sebbene le navi da costa possano, durante l'alta marea, rimontarlo fino all'oasi della città(235). Si suppose che la debole corrente dell'Acarit o di Gabes sia il «Fiume Tritone» degli antichi; e tale ipotesi non è affatto priva di fondamento, giacchè i Libi amano credere, come attesta l'idrografia leggendaria dell'Africa, al corso sotterraneo de' fiumi nella regione delle sabbie(236). È certo, d'altra parte, che il bacino di ricevimento degli ued Acarit e Gabes è maggiore sopra le sorgenti, giacchè l'acqua scaturisce in gran copia; sembra quindi che per qualche fessura della roccia le acque profonde nascose sotto la crosta salina del sciott el-Fegiegi sfuggano per gli emissari del versante marittimo.
Sebbene le montagne che prolungano il «Giebel» tripolitano nella Tunisia meridionale si avvicinino alla costa, nondimeno vi lasciano abbastanza spazio perchè vi si potessero formare alcune sebca, quali quella di el-Melah o «laguna Salata», il Bu Guerara e il Bahiret el-Biban o «lago delle Porte». Quest'ultimo stagno litorale, simile di forma agli stagni della Linguadocca, è separato dal mare da una stretta lingua di terra detta il «Ceffo del Cane». Nella parte più stretta del lido si aprono due piccoli canali di cui uno abbastanza profondo perchè i cavalli delle carovane non possano traversarlo che a nuoto(237). Nell'isolotto del cordone litorale fra i due passaggi è il fortino dei Biban o «delle Porte», così chiamato dagli sbocchi marini alla cui difesa fu costrutto.
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