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      Questo è pure il luogo d'entrata dalla frontiera tripolitana in Tunisia. Sembra che in questa parte della costa grandi siano stati i cambiamenti avvenuti dai primi tempi storici a questa parte. Edrisi pone a un miglio dalla riva dei Biban un'isola di Ziru, che oggi non c'è più, purchè per essa non si prenda, come appunto fecero parecchi scrittori, il cordone litorale del lago(238): in tal caso però esso avrebbe cangiato di forma ed il mare l'avrebbe grado grado corrosa, perchè al tempo di Edrisi, nel dodicesimo secolo, era sparsa di villaggi circondati di vigne e di palmeti. Codesta isola aveva la lunghezza di 40 miglia, e la larghezza di mezzo e in ogni caso doveva essere una lingua di terra sabbiosa congiunta alla costa. Il sito di questa terra scomparsa è probabilmente indicato dagli scogli e dal banco di sabbia di Zera, giacchè in codesto luogo ancora nel secolo decimosesto restava una «secca»(239), che servì di ritrovo nel 1560 alla flotta del duca di Medina Coeli diretta contro l'isola di Gierba. Le isole della Tunisia meridionale non sono terre di origine indipendente come il gruppo vulcanico di Pantellaria, di fronte al capo Bon, bensì semplici frammenti staccati dalla costa vicina dall'erosione dell'acqua o da abbassamento del litorale. Sopratutto le isole Cherchennah, la Cercina e la Cercinitis di Strabone, che formano, di fronte a Sfaches, il confine settentrionale della Piccola Sirte o golfo di Gabes, hanno l'aspetto d'un avanzo di terra di continuo corroso dalle acque.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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