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      Durante la bassa marea, l'acqua non tiene più di 60 centimetri nel luogo più basso del passaggio. Il guado percorso dalle carovane, che ha il nome di Tric ech-Giemel o «Cammino de' Cammelli», serpeggia ad ovestd'un ponte romano, ricordato negli antichi itinerari, del quale rimangono ancora alcuni avanzi. Due castelli, il Borgi el-Cantara o «Castello del Ponte», sulla riva dell'isola, e il Borgi el Bab o «Castello della Porta», nel centro stesso di essa, richiamano alla memoria l'antico viadotto, degno d'essere paragonato alle opere moderne, se non per arditezza di costruzione, almeno per la sua lunghezza. Un altro castello dell'isola difende il Cammino de' Cammelli. Ai tempi punici, la manica orientale dello stretto era navigabile, come si ha da un antico itinerario(240). Vista da lontano, l'isola di Gierba sembra continui la terraferma, come quella che si avanza nel mare con una lunga punta bassa, coperta di palme, munita di forti castelli costrutti già contro gli Spagnuoli o i cavalieri di Malta. Nel centro dell'isola, i maggiori rialzi del suolo non superano che pochi metri di altezza. Nessun rivo scorre per le campagne di Gierba e gli indigeni non hanno altra acqua che quella dei pozzi; nonostante ciò l'isola è tutta foresta e gli ulivi raggiungono dimensioni sconosciute perfino nel Sahel.
      Il golfo di Gabes, che ha la forma di mezzo cerchio fra il gruppo di Cherchennah e l'isola de' Lotofagi, non era dagli antichi meno temuto della Grande Sirte. Finchè ebbero il monopolio del commercio sulle rive della Piccola Sirte, i Cartaginesi non tralasciarono mai di dire la navigazione in quei luoghi pericolosissima per ispaventare i naviganti stranieri, dei quali i primi che osarono toccare quel golfo ignoto, stupiti delle immense maree per cui la Piccola Sirte è famosa sopra tutti i mari del Mediterraneo,


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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