Nondimeno la Tunisia del nord e del litorale è più esposta che il Tell algerino ai venti infocati del sud, e talvolta avviene che al soffio del simum, il termometro s'innalzi a Tunisi a 45 e perfino a 48 gradi. Di rimpatto, soffi di vento spirante l'inverno dagli Appennini, cagionarono talora a Tunisi freddi eguali agli Europei. Ferrini riferisce d'aver visto in febbraio del 1854 nevicare a Tunisi un'intera giornata(250).
      Le stagioni si succedono in Tunisia con grande regolarità. L'inverno, che coincide con la stagione delle pioggie, chiamato con lo stesso nome di ech-chta(251), comincia generalmente in gennaio e non dura più di due mesi. Viene poscia la stagione della «verzura», pur essa brevissima, l'estate invece dura sei mesi, da maggio ad ottobre. L'autunno si manifesta col ritorno normale delle pioggie, sebbene in tutte le stagioni si abbiano forti acquazzoni. In media, vi sono a Tunisi 90 giorni l'anno di pioggia. Generalmente i venti spirano dalla banda del mare, cioè da nord-est a nord-ovest. Domina d'ordinario in estate la corrente del nord-est, che è il vento normale polare; nel resto dell'anno, invece, prevale il vento di nord-ovest, che è una continuazione del benefico mistrale. Codesti venti marini, che sono i più salubri, apportano le pioggie, ma non sono regolari come gli alisei, anzi vanno soggetti a bruschi cambiamenti. Durante gli equinozi, avvengono spesso violenti vortici. Verso la metà di settembre, quasi ogni anno, il golfo di Tunisi è messo sossopra da un colpo di vento furioso, che i cristiani dei primi secoli chiamavano la «Cipriana», perchè generalmente coincideva con l'anniversario della morte del vescovo Cipriano.