Il capo Bon, che è il termine dei due bacini del Mediterraneo occidentale e del Mediterraneo orientale, separa due regioni aventi flore un po' differenti. Il complesso della vegetazione della Tunisia, che Desfontaines il secolo scorso stimò essere di 300 specie di piante, secondo Cosson è ora di 1780, di cui alcune non crescono altrove. Il numero delle piante proprie del paese diminuisce mano mano da ovest ad est, dal Marocco alla Tunisia, in causa dell'altitudine decrescente del suolo. Su 563 specie trovate a Gabes, ne mancano già 25 nel Sahara d'Algeria. Alcune piante sono tanto numerose, da dare una tinta alle campagne sì forte da farla spiccare a grande distanza. Festoni di fiori d'un pallido azzurro, staticee, vilucchi si mostrano di lontano nelle estensioni lacustri(258).
Le montagne del bacino della Megierda e quelle che dominano il versante Mediterraneo fra Biserta e la Calle hanno pure vaste foreste, dove, grazie ad una relativa umidità, crescono enormi quercie, specialmente lo zéen (quercus mirbeckii) e l'agrifoglio spuntano fra le prunaglie ed il visciolo tra gli arbusti. Queste foreste poi, fanno sì che la Megierda abbia acqua in tutte le stagioni. Ma la parte centrale della Tunisia e le vicinanze del mare delle Sirti sono quasi interamente diboscate; soli alberi ivi sono gli ulivi ed i fichi che crescono intorno le città, nelle siepi di nopale. Sugli altipiani non si vedono, come anche in Algeria, che artemisie e steli di alfa, adoperati per fabbricare la carta. In alcuni luoghi, il suolo è interamente nudo, privo perfino dello straterello di humus; dovunque il tufo roccioso risuona sotto i passi.
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