Più ad est, verso Sfaches, i nomadi delle steppe temono sopratutto il zorreig (echis carinata), che presso le sorgenti si attorciglia attorno i rami de' tamarindi, donde si slancia di colpo sulla preda: È probabilmente il jaculus, il «serpente alato» degli autori latini(270). Una recente spedizione, diretta da Doumet Adanson, ha pure scoperto un serpente «a cuffia», il bu f' tira, il naja de' naturalisti(271). Un altro rettile della Tunisia, lo scorpione, è particolarmente pericoloso, molto più che non sia quello del Marocco e dell'Algeria; la sua puntura è sovente mortale. Secondo gli indigeni, basta mettere sulla soglia della porta di casa una certa specie di gres conchiglifero perchè gli scorpioni non entrino come non penetrano nell'anfiteatro di el-Giem perchè costrutto di tali pietre. Talvolta le cavallette arrivano a nuvole nel Tell tunisino e distruggono le raccolte. Pellissier dice che quelle che, nel 1845, devastarono l'Algeria erano nate nelle vicinanze del Gierid tunisino. Le farfalle di diverse specie sono rare in Tunisia; codesto ornamento delle nostre campagne manca a quelle dell'Africa del nord, se pure non si trovano sui fioriti tappeti de' monti. La rarità dei lepidotteri è causata dal gran numero di uccelli che distruggono i bruchi. La Tunisia ha alcune specie di uccelli particolari, fra cui un passero del Gierid, il bu-habibi o «padre dell'amicizia», che vola tra le palme ed ha un cinguettìo lamentevole come il canarino. Codesto grazioso volatile, celebrato ne' canti del paese, è ritenuto quale un buon genio e protetto con cura contro gli stranieri.
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