Si tentò invano di allevarlo a Tunisi(272). Sui laghi salati stormi di fenicotteri azzurri e rosei rassomigliano in lontananza a soldati in divisa sfolgorante; sopra le campagne volano nuvole di stornelli oscurando il cielo.
I mari che bagnano le coste di Tunisi sono ricchi di pesce. Intorno a Gierba e all'arcipelago di Cherchenna, che i libri antichi descrivono già come «circondato di monaci», l'acqua poco profonda, è divisa in iscompartimenti irregolari, formati da palme che ondeggiano a capriccio del flutto e formano aditi e ricettacoli ne' quali il pesce ripara durante l'alta marea, senza poter più uscire durante il riflusso. Gli isolani ne prendono quindi una grande quantità, che salano e spediscono nelle città della costa vicina ed anche in Italia. I polipi, che, più che altrove, si prendono in una bassura fra Sfaches e le isole, vengono seccati al sole e trasportati quasi tutti in Grecia. Gli isolani di Gierba e di Cherchenna pescano pure spugne o nell'inverno con lunghe pertiche ad uncino che strisciano attorno le roccie o nella state camminando nei bassi fondi e frugandovi co' piedi(273). Meno ricchi di vita animale che quelli di Cherchenna sono i paraggi del capo Bon, visitati da torme di pesci che vagano dall'uno all'altro bacino del Mediterraneo. Le tonnare che si trovano mano mano lunghesso la costa, imprigionano i tonni, i migliori di quei pesci viaggiatori. Il lago di Biserta che, secondo una leggenda, riportata da El-Edrisi, fornisce dodici specie di pesci, una al mese, è pure un gran luogo di pesca, specialmente di triglie che si prendono con un ingegnoso metodo, conosciuto forse anche al tempo punico.
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