Ma nè i banani, nè le canne da zucchero, che nell'undicesimo secolo facevano la ricchezza di Gabes, sono più coltivati e restano appena alcuni alberi delle foreste antiche di gelsi. La fertilità del suolo circostante fece sì che Gabes divenisse lo scalo più importante di codesta parte del litorale. Da esso si esporta alfa proveniente dalla Tunisia centrale; inoltre è considerevole il suo valore strategico, giacchè, essendo posta all'estremità orientale dalla depressione che per lo sciott el-Gierid penetra lontano nell'interno del continente, Gabes permette ad alcune spedizioni di girare a sud, passando da una all'altra oasi, le montagne e gli altipiani di Tunisi e dell'Algeria. Di là, durante tutti i sollevamenti degli Algerini, erano introdotte le armi da guerra e un grande commercio di contrabbando, pericolosissimo alla sicurezza del potere della Francia sulla frontiera del Sahara, seguiva questa via remota. Col possesso di Gabes, i Francesi si assicurarono una delle porte dell'Algeria. Sgraziatamente Gabes non ha porto. L'antica baia di Tacapa, dove, del resto, non potevano entrare che piccole navi, fu colmata dalle sabbie, e le profondità sufficienti per le grosse sono lontane dalla riva. Si sta ora studiando di fare un porto artificiale per mezzo di gittate e di scavi presso la foce dell'ued Melah, o «burrone Salato», nel quale si versano le acque termali di Ain Udref. Un pozzo artesiano recentemente scavato presso l'ued Melah, ad un chilometro dal Mediterraneo, che ha 91 metri di profondità, fornisce acqua abbondante che spiccia all'altezza di quattro metri dal suolo.