I maggiori si succedono sul versante meridionale della catena di colline e di dune lungo la riva del grande sciott. In alcuni luoghi essi formano una foresta continua di palme, graziosissime in apparenza, ma talvolta pericolose a dimorarvi per i miasmi che escono dagli stagni. Non è raro vedere nel Nefzaua innalzarsi obliquamente dieci o dodici palme dalla stessa radice, formando in tal guisa un immenso cesto di verdura, da cui cade di fuori un addobbo circolare di frutti.
      La maggior parte dei villaggi sono muniti di mura e di fosse atte alla difesa contro un assalto di Beduini, ma non contro un esercito. Il borgo principale di Nefzaua è Kebilli, all'estremità nord-est del sciott el-Gierid. In un vicino villaggio ad ovest vi sono alcune iscrizioni che sembrano indicare che al tempo di Adriano era ivi il principale edifizio romano. Gli abitanti dell'oasi di Nefzaua, di abitudine sedentari, divenuti arabi di lingua e di religione, appartengono a due razze primitive, ora riunite in un corpo di popolazione meticcia: una, la razza nera di coltivatori, l'altra, i Berberi Nefzaua, che è un ramo della grande tribù dei Luata, venuti dalla Marmaride. Intorno a questi abitanti delle oasi stanno tribù arabe, la maggior parte pacifiche. Tali sono i Merazig, che pascolano le mandre a sud di Nefzaua e frequentano il mercato di Duz; talvolta spingono le loro spedizioni commerciali fino a Gadames. Più a sud, nelle rare oasi e intorno ai pozzi della parte meridionale del sciott el-Gierid, sta la potente tribù dei Ghorib, alleata delle genti algerine dell'ued Suf, dalle quali è divisa dalla regione delle dune.