Vi sarebbe agiatezza generale se gravi imposte non pesassero sul paese. Su una superficie di duemila ettari di giardini il Gierid ha circa un milione di palme(303). Ventimila cammelli vi vengono ogni anno condotti per trasportare datteri(304). Inoltre le donne attendono alla tessitura di stoffe e fabbricano mantelli, haik, coperte, oggetti apprezzati in tutto il Magreb. Ma gli abitanti del Gierid non hanno più, come nel medio evo, quando provvedevano di schiavi la Tunisia, il vantaggio del commercio diretto con i porti del mare e le città del Saara. Sensali ivi stabiliti, specialmente Ebrei e Mzabiti, spediscono lungi i prodotti delle oasi. L'oasi di Nafta ebbe il soprannome di Marsat es-Sahara o «Porto del Deserto»: si mostra il luogo donde sarebbero partite le navi e dove sarebbe anche stata trovata una carcassa di imbarcazione(305).
      Città romane precedettero in tutto il «Paese delle Palme», le città arabe e si vedono ancora alquanti avanzi, sebbene la maggior parte de' materiali siano stati adoperati nella costruzione de' zauia, delle moschee e delle opere di difesa. Nelle oasi di Tozer, la distribuzione dell'acqua è regolata da dighe romane. Ivi pure, come nella maggior parte delle altre oasi, gli agglomeramenti urbani non formano città unite, ma composte di quartieri sparsi ne' giardini. Nafta, l'oasi occidentale che ha una specie di preminenza religiosa, essendo in parte i suoi abitanti «figli del Profeta», comprende nove distinti villaggi e quattro conventi; Tozer, la più grande oasi, che ha maggior numero di abitanti ed è la capitale politica di tutto il Gierid, si divide in nove quartieri; El-Udian, il gruppo orientale delle oasi, ha la sua popolazione divisa in più villaggi, quali Dgach, Kriz, Seddada, molto lontani l'uno dall'altro; infine un'oasi chiamata el-Hamma o delle «Terme», come quella che si trova in vicinanza di Gabes, fa ombra colle sue palme a quattro gruppi di casupole.