I nomadi dei dintorni, che appartengono alla tribù degli Ulad Sidi-Abid, formano una specie di confraternita. Le povere costruzioni di Feriana son ben poca cosa in paragone della città romana, probabilmente Thelepte, che sorgeva nelle vicinanze. Le rovine, percorse già dal signor Guérin, occupano uno spazio di almeno cinque chilometri in giro, e quasi tutti i massi che furono adoperati nella costruzione di pubblici edifici, bagni, teatro, ed anche quelli per le case private, sono grandissimi. La montagna da cui furono tolti i materiali di costruzione è profondamente solcata; intere file di pietre vi furono tolte: corona questo monte di cave un vecchio castello. Oltre le rovine di Medinet el-Kadimah, o della «Vecchia città», si vedono numerosi ruderi romani, specialmente sepolture, sulle due rive dell'ued che ora sono quasi disabitate. C'è a sud di Fariana uno scoglio annerito e quasi calcinato, quindi il nome di Hagiar Soda o «Scoglio Nero». Un identico masso ha scoperto nel Gierid il signor Guérin presso l'oasi di el-Hamma. Secondo lui, codesti «Scogli Neri» sono aeroliti.
L'oasi di Gafsa, che talvolta si ritiene appartenga al Gierid, benchè separato dall'istmo di Kriz da una zona deserta e senza acqua, lunga una giornata di cammino, è posta al gomito principale dell'ued Beyach, che è la continuazione del Bu-Haya dell'alta valle e dopo quella diviene il Tarfaui. La città, che di tutta la Tunisia meridionale è quella che ha maggior numero di abitanti riuniti in un gruppo, composto di case, s'innalza sopra una terrazza circondata ad alcuni chilometri di distanza da un giro di scogli e di montagne, una delle quali forata da profonde cave a guisa di labirinto.
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