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      Gli Arabi si recano a prender bagni nelle celle che stanno nelle mura della circonferenza. In quelle acque calde vivono numerosi pesci del genere chromis, che nella forma sembrano assomigliare ai marini(307). Nuotano pure nei bacini e nei rivi di Gafsa, tartarughe emidi e serpenti neri della nuova specie dei tropidonotus. Quest'oasi è, come le altre meridionali della Tunisia, un centro industriale per i tessuti di stoffa, e giustamente ammirati sono nel suk di Tunisi i suoi haik di lana e di seta che gli Ebrei di Gafsa spediscono via. Forniscono agli abitanti dell'oasi la lana per le coperte ed i mantelli le mandre degli Hamamma.
      Una via romana, che fu ritrovata dai signori Rebatel e Tirant, congiunge Gafsa al litorale della Piccola Sirte passando per le fontane, e la piccola oasi d'El-Guettar, il paese della gomma, e le sorgenti minerali di Bu-Edma. Lungo la costa a nord di Gabes si succedono a grandi distanze gli accampamenti ed i cascinali nel territorio dei Mehadeba, che sono «pacifici discendenti d'un venerato marabutto». Il piccolo porto abbandonato di Mahrez è il borgo più importante del litorale, ma non ha neppure un migliaio di abitanti, la maggior parte tessitori. Più lungi sorge il villaggio di Bograra, in mezzo alle rovine di Giethis, città punico-romana(308).
      Sfakes (Sfaks, Sfax), in riva dello stretto che separa per circa 50 chilometri l'arcipelago di Kerchenna dalla terra ferma, è la seconda città della Tunisia per numero di abitanti. Questi nel 1848 erano, secondo Pellissier, 8,000; ora sono più del triplo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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