Le rovine de' diversi tempi sono ammucchiate al suolo, e gli avanzi, che portavano scolture ed iscrizioni, servirono a costruire case moderne. Nulla rimane dei grandi edifici, come l'anfiteatro, di cui parlano gli antichi Arabi del medio evo. Quello che fu già un tempio, è ora un ammasso di macerie, Hagiar Maklubah o la «Pietra rovesciata»(320). Il porto circolare dei Cartaginesi, il «cothon», che era simile a quelli di Cartagine e di Utica, non è più riconoscibile che ai due angoli estremi(321), poderosi massi di muratura, che da lungi si confondono con le roccie. La maggior parte del porto fu colmata e ridotta a piano. Come in quasi tutte le città antiche della Tunisia, anche ivi furono, sotto i diversi governi, mantenute e riparate le cisterne, che sono del resto più utili di ogni altra costruzione. Le necropoli de' diversi tempi formano un circolo quasi intero intorno la città. Nelle più antiche si vedono ancora le camere sepolcrali scavate in un tenero calcare, e con la disposizione interna delle gallerie rammentano le tombe della Fenicia e della Palestina. Provvede di acqua la città una cisterna romana.
     
     
      KASBAH DI SUSA. – VEDUTA PRESA DAL CONSOLATO DI FRANCIA.
      Da un disegno comunicato dal signor S. Reinach. [vedi figura 230.png]
     
      La moderna Susa, come le altre città della Tunisia orientale, è circondata da un grande quadrilatero di bastioni, fiancheggiato da torri e con una kasbah ad uno degli angoli che la domina. La spiaggia ha circa tre chilometri di circuito. Fuori di questa cinta, sorge a nord-est, in vicinanza della spiaggia, una nuova città che non ha nulla del pittoresco della antica, bensì un labirinto di vie sinuose.