In quanto ai cristiani, quelli che, come viaggiatori, sono protetti da una lettera del bey, furono ammessi a Kairuan e ricevuti con cortesia dagli sceicchi, ma fu loro vietata l'entrata negli edifizi religiosi. Mentre tutte le città del litorale tunisino furono invase una dopo l'altra dagli eserciti stranieri, per Kairuan ciò avvenne nel 1881, solo quando i Francesi se ne impadronirono. Allora, per la prima volta, un cristiano entrò nelle moschee: la città aperse poi le porte senza tentare un'inutile resistenza. Da allora essa è il capoluogo d'un comando militare e fu completata con nuovi bastioni la sua cinta su cui s'innalza gigante una kasbah.
KAIRUAN. – VEDUTA GENERALE.
Disegno di A. Slom, da una fotografia. [vedi figura 233.png]
Circondata di macerie, di nude terre, di depressioni saline, Kairuan è fra le città tunisine una delle meno favorite dalla natura. Non ha acque correnti nè fontane; l'acqua da bere attinge solo da cisterne, delle quali alcune furono riempite, nel tempo delle pioggie continue, dall'ued Merg el-Lil, il cui tributo diventa chiaro passando da bacino in bacino(326). La città non ha ancora giardini ombrosi, ed intorno le si stendono più cimiteri che coltivazioni. A prima vista non piace, in causa della sua posizione centrale, che per maestà. Da lungi domina lo spazio con le alte mura, le numerose cupole delle moschee, il superbo minareto a tre piani che sorge a nord-est della città, sopra la moschea di Sidi-Okbah. Tunisi stessa è lungi da eguagliare Kairuan per ricchezza di moschee e di zauia: la città santa ha ottanta edifici religiosi, templi o conventi, e uno di questi, la Giemaa el-Kebir, non ha meno di diciassette navate parallele e più di quattrocento colonne di onice, di porfido e di marmo.
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