Parecchie fontane termali che scaturiscono in un letto disseccato presso di Sbeitla sono così abbondanti da formare un chiaro ruscello copioso quanto le sorgenti di Zaghuan. Quell'acqua doveva bastare per una popolazione numerosa, giacchè tutto prova che codesta regione, che oggi è quasi deserta, era popolatissima due o tremila anni fa(330). L'antica Suffetula, vale a dire per i Cartaginesi la «Città dei Suffeti», si mantenne importante città e sede del governo della provincia fino alle invasioni arabe; templi, colonne, archi di trionfo, bastioni, torri, tombe con iscrizioni rimasti additarono agli archeologi l'antico piano della città. Sulla sommità della collina, si innalza superbamente un tempio con due ale sporgenti, circondate da eleganti colonne. Si entrava nell'atrio del triplice santuario da una porta trionfale, decorata, come il tempio, da belle scolture somiglianti alla decorazione dei templi di Baalbek. Tutta codesta regione sparsa di rovine romane sembra essere stata una immensa foresta di ulivi, giacchè a lato anche del più piccolo masso si trovano traccie di torchi da olio. Presso ogni edificio si vedono pure cisterne e fortini, entro i quali si rifugiavano i coloni in caso di allarme(331). Ora codesto paese degli ulivi è percorso dai Frascich, nè produce altro che lane, le più stimate della Tunisia.
ROVINE DI SBEITLA, L'ANTICA SUFFETULA.
Disegno di Ph. Benoist, da un acquerello di Ch. Tissot. [vedi figura 241]
A nord di Susa, la strada del litorale, che è chiusa fra gli stagni ed il mare, traversa il borgo di Hergla, che del tempo romano non conserva che il nome, Horrea Caelia, ed informi macerie: in una pianura vicina, il suolo è seminato di dolmens, per circa due chilometri quadrati.
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