Portano, con un'apertura dinanzi per vedere, un velo nero che da lungi le fa sembrare donne negre, ma queste almeno hanno il lucido della pelle e la bianchezza dei denti. A lato ai Mori riccamente vestiti, si pigiano, assai più numerosi, i musulmani poveri, coperti del semplice mantello a cappuccio di lana grigia o di grossi gabbani a frangie bianche. Solo con una lunga pratica si può discernere fra tutti codesti tipi i Gieraba o mercatanti dell'isola di Gierba, i Suafa o emigranti del Suf, i Mzabiti, gli Algerini del nord, i Marocchini, divenuti numerosissimi dopo l'arrivo de' Francesi. Gli Ebrei, che stanno raggruppati specialmente nella parte orientale del quartiere di Bab es-Suika, si dividono, secondo la loro origine, in due classi: gli Ebrei italiani o Grana, cioè le genti di Gurna o Livorno, hanno la moda di vestire europea, mentre gli altri serbano press'a poco quella de' Mori. Le loro femmine però, che non sono meno grosse delle moresche, non portano velo, bensì un berretto a punta guernito d'oro. Classe media, sì per linguaggio che per costumi, tra gli Arabi ed i Siciliani, i quali ultimi formano una gran parte del proletariato italiano di Tunisi, sono i Maltesi che abitando il muro orientale di Bab es-Suika, hanno dato il nome ad una delle più commercianti vie della città. Di Toscani non ci sono che alcuni Ebrei, sebbene Livorno abbia in altri tempi disputato il primo posto per il commercio di Tunisi(341), e tutto il Mediterraneo sia stato dai Tunisini chiamato mare di Gurna(342). I Francesi, che dopo il 1881 vi si sono più che triplicati, abitano quasi esclusivamente la nuova città nei dintorni di «Porta marina», nel qual quadrivio si vedono mescolarsi genti d'ogni nazione e d'ogni costume, anche musulmani col cappello e cristiani col turbante, esseri ibridi prodotti dalla vicinanza delle due civiltà(343).