Residenza ordinaria del bey è la Marsa, dove, presso del suo palazzo, stanno raggruppati quelli del ministro di Francia, del console inglese e di altri dignitari. L'estate, il grosso dei bagnanti tunisini si reca a quel lido.
Questo luogo di villeggiatura, posto nel vallone che separa il gruppo di colline di Cartagine e la spianata delle necropoli, il giebel Khaui, che termina al capo Kamrat, è direttamente congiunto a Tunisi ed alla Goletta da una strada ferrata, «ultima ipoteca dell'Italia su Tunisi e Cartagine»: nonostante la distanza, la città, il luogo di passeggio ed il porto sono strettamente uniti in un solo corpo. Si sa peraltro che la parte marittima di questo insieme non ha ora che una debole importanza. La Goletta, o Halk el-Ued, cioè la «Gola del Fiume», non è che una piccola città d'aspetto italiano che occupa, intorno la cittadella in cattivo stato, la riva a ponente del canale per cui le navi entrano nel lago di Tunisi. Sulla riva orientale, una caserma, una moschea, una fabbrica e la porta per cui si passa nella via di Radès, sono le sole costruzioni della Goletta. Le case nuove, che già formano un intero quartiere, si fabbricano ad ovest nella parte più stretta della lingua di sabbia, la ligula degli antichi. Più lungi, a piè delle colline di Cartagine, l'ospitale militare di Kram o «dei Fichi» serve di centro ad un nuovo villaggio di fabbri-ferrai, albergatori, giardinieri. Sulle alture, Malka occupa lo stesso posto dell'omonimo sobborgo dell'antica Cartagine.
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