Venne staccata dal superbo mausoleo, di cui formava uno dei lati e trasportata al Museo Britannico. Gli Arabi, a cui fu commesso dal signor Reade il lavoro, demolirono per mala sorte in gran parte l'edifizio, sicchè l'entrata delle camere sepolcrali è chiusa dal cumulo dei massi rovesciati. Stende le sue bianche mura in un rapido pendìo 5 chilometri a nord di Dugga, fra uliveti che danno il miglior olio di quelle parti, Tebursuk, piccola città moderna fiancheggiata di torri quadrate. In codesto luogo era pure una città fenicia, che fu più tardi ricostrutta dai Romani, e vi si vedono ancora parecchi avanzi antichi, specialmente intorno la fontana che vide sorgere la città di Tibursicum Bure. Ad ovest di Tebursuk si estollono i dirupi del giebel Gorrha, che si dice siano tra i più ricchi di piombo argentifero. Ora quelle miniere, forate in centinaia di luoghi da Cartaginesi e Romani, sono neglette, sebbene non sarebbe difficile congiungerle con un tronco alla grande strada ferrata della Tunisia.
Ricco di avanzi di città antiche quasi quanto l'ued Khallad, è l'ued Siliana, altro bacino fluviale, che sbocca nella valle della Megierda a nord-est di Tebursuk. In questo bacino e in quello del Melleg si va cercando il luogo della «misteriosa Zama»(361). Non lungi dall'altipiano di el-Kessera, dove si vedono numerosi dolmens, sono gli avanzi ancora grandiosi dell'oppidum Mactaritanum, il Maktér d'oggi. Il campo di Suk el-Giemaa, che è su di un altipiano vicino, fu scelto come posto intermedio tra il Kef e Kairuan; ivi è il centro strategico di tutta la Tunisia a sud della Megierda.
| |
Museo Britannico Arabi Reade Dugga Tebursuk Romani Tibursicum Bure Tebursuk Gorrha Cartaginesi Romani Tunisia Khallad Siliana Megierda Tebursuk Melleg Zama Mactaritanum Maktér Suk Kef Kairuan Tunisia Megierda
|