Più in giù del confluente dell'ued Siliana è costrutta, sulla riva destra della Megierda, Testur, piccola città d'origine antica. Popolata in gran parte da Mori «Andalusi», deve a questi coloni d'essere circondata da giardini e da campi meglio coltivati che quelli intorno alle altre città dell'interno. Di sotto, sulla stessa riva, il borgo di Slughia è abitato da mercatanti e da guide che indicano i guadi del fiume alle carovane e ne facilitano il passaggio. Più in giù ancora, sempre sulla riva destra, sta sull'entrata della valle inferiore della Megierda, Megiez el-Bab, che deve il suo nome, «Guado» o «Passaggio della Porta», ad un arco di trionfo, già costrutto all'estremità meridionale di un ponte romano, ma non rimangono più che massi sparsi in mezzo ad un antico letto fluviale. Un ponte moderno scavalca il nuovo letto che si scavò la Megierda. Teburba e Giedeida, piccole città che sorgono più oltre sulle sponde dell'ued, appartengono già al distretto di Tunisi, e i loro abitanti, di cui parecchi si dicono di origine andalusa, provvedono la capitale di legumi e di frutta. Ambedue hanno un ponte sul fiume, una stazione sulla strada ferrata ed alcuni stabilimenti industriali: a Teburba si feltrano i scecias; a Giedeida si prepara una grande quantità di farina. Teburba ha conservato il nome della romana Tuburbo minus: vi si vedono ancora alcuni resti d'un anfiteatro di cui l'arena è piena di prunaie: ma la città si è spostata, giacchè la colonia romana era più ad ovest, sul pendìo di una collina.
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