Furono fatte schiave circa novecento persone, e pare che uomini e donne di Tabarca si siano venduti fino a poco tempo fa(366). A Tunisi, codesti rifugiati non ebbero i diritti accordati agli Europei, finchè il console della Sardegna non li prese, nel 1816, sotto la sua protezione.
N. 46. – TABARCA.
A sud sorgono le montagne boscose e metallifere che saranno un giorno la ricchezza di Tabarca, ma già su parecchi tratti le foreste scomparvero, anzi a sud della Cumiria non ce n'è affatto. Una stupenda quercia-sughero, isolato gigante, le cui frondi prendono cento metri in giro, indica, dal lungo giogo di Fernana, su cui sorge, alle tribù delle montagne il luogo di ritrovo. Codesta «pianta» di Fernana, alla cui ombra si raccoglievano già i delegati della Cumiria per deliberare di pace o di guerra, è l'ultimo testimonio di una foresta distrutta(367). Ain-Draham, capitale di codesta regione, che corrisponde a Fonte-Argento, nome comunissimo nella nomenclatura geografica della Francia, deve il nome di città alle truppe che vi stanno, giacchè aumenta o diminuisce secondo il numero di soldati di guarnigione. Ma quando pure i soldati fossero richiamati per essere inutile ivi la loro sorveglianza, è probabile che Ain-Draham resterebbe come borgo sull'alta vetta del giebel Bir, per le strade che ivi convergono e vi fanno un centro di traffico: nessun altro mercato è più di questo comodo per le tribù della Tunisia nord-occidentale. Ivi presso, sopra una verde collina, limitata ad est da una valle profonda, sta il famoso marabutto di Sidi Abdallah ben-Giemal, al quale il dì della festa patronale accorrono d'ogni parte i Cumiri.
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