QUERCIA-SUGHERO DI FERNANA.
Disegno di Langlois, da una fotografia del signor Lassave. [vedi figura 281.png]
V
La Tunisia è al colmo d'uno stato transitorio. Ufficialmente ancora potenza maomettana, è in fatto una provincia dell'impero coloniale francese, e quelli che in paese si chiamano padroni, sono invece servitori sulle cui spalle pesa più gravemente la dipendenza. I decreti portano sempre la data dell'anno dell'egira, preceduti da antiche formule orientali. Una nuova êra però è per lei cominciata, giacchè dall'Occidente essa attinge forza e volontà. Tutto muta ad un tratto sotto l'impulso degli elementi stranieri: popolo, aspetto delle città e anche delle campagne, strade, direzione delle correnti commerciali.
L'emigrazione verso la Tunisia è composta quasi solamente di gente mediterranea, perchè gli stessi Francesi che si recano nella Reggenza, la maggior parte appartengono al versante del mare Interno. Prima che vi fosse stabilito il protettorato francese, gli Italiani erano già i più numerosi; crebbero poscia sì per la vicinanza della patria, sì per i vantaggi che derivano ai nuovi venuti da consuetudini commerciali ben conosciute. Nel 1885 si stimavano a dodicimila. Ai lavori pubblici, alla coltura del suolo, alle piccole industrie sono impiegati proletari italiani; i Francesi vogliono occupazioni meglio compensate e quindi più rare. I Maltesi, che in proporzione sono in Tunisia numerosissimi, si disgregano per formare due nazionalità distinte. Di essi, la parte povera è fervente cattolica, zelante gli ordini del prelato francese di Tunisia, mentre la borghese, che parla l'italiano, ha comuni con l'Italia costumi e simpatie politiche.
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