Era vietato al governo di fare alcuna riforma, di porre o di modificare alcuna imposta, di contrarre alcun prestito nè stabilire alcun servizio pubblico senza il consenso dei controllori finanziari. Codesta Commissione non c'è più, ma gl'interessi dei creditori non sono perciò meno garantiti. Le principali entrate loro rimesse sono il reddito d'importazione e d'esportazione delle dogane, il monopolio del tabacco, della pesca, del sale, i diritti di mercato e deposito nella maggior parte della città, le tasse sugli uliveti nel Sahel ed in altri distretti. L'imposta più impopolare, la megiba o tassa di capitazione, è sempre riscossa per conto dello Stato e consiste in un diritto di 27 lire per persona, alle quali vanno aggiunte le spese di riscossione tanto più forti, quanto più il contribuente ha maggiori difficoltà a pagare. D'altra parte, codesta imposta non colpisce che i poveri, giacchè la maggior parte de' ricchi ha trovato la via di sottrarvisi; tutti gli abitanti della capitale ne sono esenti. Un'altra imposta delle più gravi è il kanun sugli oliveti, oltre la decima. È accaduto di frequente che nelle annate cattive i coltivatori tagliassero le piante perchè non fosse loro richiesta una tassa che non potevano pagare(375). L'aumento considerevole del commercio in questi ultimi anni, la repressione del contrabbando, il licenziamento di più che quattromila impiegati parassiti e la stretta applicazione delle tasse di dogana hanno rimesso l'ordine nel caos finanziario(376), e si pretende perfino che le entrate siano superiori alle spese, quasi che non bisognasse tener conto del mantenimento dell'esercito e di altre spese a carico del bilancio francese, che equivalgono esse sole all'intero bilancio tunisino(377). I habbus, cioè le terre di manomorta addette a pie fondazioni, sono rimaste fuori dalle previsioni d'imposta: si dice che occupino un terzo del suolo tunisino e non paghino al tesoro più d'un centinaio di mila lire.
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Commissione Sahel Stato
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