Così passavano gli anni, sempre tra nuove incertezze.
Pertanto, non ostante le irresoluzioni dell'alto, la colonizzazione si fece per una spinta dal basso. In tale questione però chi ha cura dell'equilibrio generale e dell'avvenire dell'umanità, deve tener conto anche de' fenomeni avvenuti nella madre patria. L'annessione d'un esteso dominio alla civiltà occidentale non poteva essere compiuta senza che la nazione conquistatrice ne subisse il contraccolpo nel suo stesso svolgimento. Non solo essa dovette fare i maggiori sforzi per assicurare la sua conquista, sì faticosa e sì lunga in causa delle esitazioni e delle applicazioni parziali di progetti contraddittori, non solo ebbe ad aumentare il bilancio annuale di spese supplementari, la cui somma raggiunge sei miliardi, e sacrificare un tesoro molto più prezioso che il denaro, gli uomini, soldati o coloni, morti a centinaia di migliaia; ma a questi fatti d'ordine materiale, cioè che possono essere calcolati con cifre, si aggiunsero conseguenze indirette nella vita intima della nazione, sicchè è impossibile che gli avvenimenti d'Algeria non si ripercuotessero sovente nella storia di Francia. Uno dei risultati naturali della conquista d'Algeri fu di sviare lo sguardo dei Francesi dalle frontiere orientali e farlo rivolgere a mezzogiorno, verso le rive africane, e quindi la politica dell'Inghilterra e quella delle potenze del nord rimase tanto più libera di sè ne' litigi strettamente europei. Nel 1830, il giorno dopo della conquista, l'Algeria si pose fra Parigi e Bruxelles, fra la Senna ed il Reno(382). Un esercito sempre in lotta di là dal Mediterraneo sguarniva le regioni del nord, già sì sovente disputate sui campi di battaglia.
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