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      La più alta cima del Giurgiura ha 2,308 metri di altitudine, cioè alcuni metri meno del Cieliya dell'Aures, sebbene per altezza relativa sopra le pianure sia il monte più arduo dell'Algeria, giacchè d'un tratto i suoi gioghi sorgono a più di 2,000 metri. Gli è dato il nome di Lalla-Khedrigia in onore d'un santo musulmano, forse erede della dea fenicia Tanit; ma la kubba della cima non è che un eremo, trovandosi la cappella del santo sopra una cima secondaria(402). Vista dal nord, anche la catena principale del Giurgiura ha un aspetto grandioso, perchè è circondata per tutta la sua lunghezza da una profonda valle a pascoli, a boschi, a coltivazioni, su cui spiccano ad anfiteatro le montagne. Su questo lato rivolto a nord le nevi sono più abbondanti che su quello opposto; anche nei fondi ammassi di pietre e di terre rossastre indicano i luoghi dove rovinano le valanghe. In un'epoca geologica lontana, alcuni ghiacciai si stendevano per i pendii del «tamgut» Haizer e dal picco o «tamgut» di Lalla-Khedrigia: si vede ancora una grande morena terminata nell'alta valle dell'ued Aissi. Massi di granito, di schisti, di marmi, in alcuni de' quali si potrebbero aprire vere cave, sono ammucchiati contro un angolo della roccia. Codesta discesa di massi erratici spiega forse il senso riposto della leggenda che narra della profetessa Khedrigia discendente dai monti a cavallo di uno scoglio(403). D'altra parte, si notano pure alle sponde avanzi terminati da plaghe regolari, gli antichi laghi formati nelle depressioni, i quali furono vuotati dall'impeto dei torrenti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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