VEDUTA PRESA SULLA STRADA DEL CIADET EL-AKRA.
      Disegno di Taylor, da una fotografia comunicata dal signor Poinssot. [vedi figura 329.png]
     
      La lunga catena dei Babor, che è un prolungamento del Giurgiura, comincia ad est della valle del Sahel; in mezzo di essa indica il passaggio dall'una all'altra catena un cono isolato chiamato già Akbu, il qual nome ha ora un villaggio vicino. Chiamata, alla sua estremità orientale con altri nomi, la catena dei Babor, in parte vulcanica, ha più di 200 chilometri di lunghezza, ed alcuni de' suoi gioghi, che rimangono coperti di neve sino al principio dell'estate, contendono in altezza con le cime secondarie del Giurgiura. Il Tababor raggiunge 1,965 metri, il Grande Babor, da cui parte una catena parallela verso il sud, ne ha 1,970; più a nord, il giebel Adrar estolle a 1,994 metri la sua cima. Subito ad ovest di questo monte dominatore, le acque dell'ued Agriun, scavarono la profonda chiusa chiamata ciabet el-Akra, cioè la «gola dell'Eternità», nel senso di «valle dell'Inferno». Sopra le chiuse donde mormora il torrente, eccelsi dirupi s'innalzano da una parte e dall'altra a centinaia di metri: seguendo le brusche sinuosità del crepaccio, si vede continuamente cangiare d'aspetto l'abisso in cui si è rinchiusi senza uscita apparente. Una delle strade carrozzabili che traversano la catena dei Babor, si serve di questa chiusa per discendere verso il mare; ma la cresta ad est di questo passaggio non fu ancora sormontata definitivamente. La regione montuosa che è a nord verso Giigieli e Collo è una delle più difficili ad esser percorsa di tutta l'Algeria.