L'ued Miya, la riviera dai «Cento affluenti»(422), che fu già il principale affluente dello Igharghar, gli somiglia per la successione di vasche, di terre basse, di piccoli sciott, interrotti da sabbie portate dal vento. Ma le acque sotterranee che scorrono nel Miya sul fondo asciutto dell'antico letto visibile, aumentano a poco a poco la loro onda nascosta; rigagnoli di trapelamento discendono dalle riviere parallele nate nell'altipiano frastagliato delle roccie cretacee a sud di Laghuat e del Mzab; l'umidità del suolo è maggiore disotto a questi confluenti sotterranei e dove si univano già l'Igharghar ed il Miya, comincia una ben distinta depressione, dove gli sciott, i pozzi, gli stagni, le sorgenti formano quasi un resto del fiume; è questa la valle chiamata Righ (Rhir). Lo stesso confluente è reso più manifesto da sebca sempre inondati che circondano i palmeti di Temacin. Queste acque che scorrono lentamente nelle profondità devono formare una grande massa liquida, a giudicare dal numero delle palme comprese in tutte le oasi che si succedono lungo il corso dell'Igharghar, del Miya e del Righ, il che non toglie che la maggior parte dell'acqua sotterranea svapori, senza alcun profitto, ne' bassi fondi. Nell'oasi di Uargla si tentò di misurare la parte di umidità che le radici delle palme attingono nel letto invisibile dell'ued Miya: la quantità d'acqua della riviera nascosta supera di poco un metro cubo il secondo(423). Avviene di frequente che la pressione interna delle acque spezzi la vôlta di ghiaia che ricopre il letto nascosto e si formi una specie di fossato dove prima non si vedevano che sabbie.
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